Secondo un recente studio effettuato dal famoso portale web di viaggi “TripAdvisor”, avente come obiettivo l'analisi dell'andamento dei vari trend turistici, su circa 50mila viaggiatori intervistati, il 71% ha dichiarato di voler partire per «allargare i propri orizzonti», il 55% per «cercare esperienze uniche e interessanti», il 44% per «arricchire le proprie conoscenze culturali» ed il 36% per «calarsi nella cultura locale».
Partendo dai dati ricavati dal sondaggio, è evidente come la domanda turistica presenti ormai un'elevata dinamicità, in quanto essa risulta maggiormente orientata verso la personalità del singolo individuo piuttosto che alla standardizzazione del turismo di massa. Conseguenza diretta del nuovo trend di mercato è stata la nascita di nuovi “turismi individuali”, i quali hanno colto alla sprovvista la maggioranza dei tour operator, non ancora in grado di soddisfare una tipologia di clientela che evita i luoghi di grande affluenza turistica per ricercare un contatto diretto con il territorio e i suoi abitanti (Grolleau, 1993). Da questa particolare situazione ha tratto considerevole vantaggio una tipologia di turismo presente in Europa già dagli anni '70, ma che è riuscita ad affermarsi definitivamente solo grazie all'avvento dell'economia delle esperienze: il turismo rurale. Questa caratteristica forma di turismo (che comprende al suo interno aspetti peculiari di altri “sotto turismi”, come quello enogastronomico, d'avventura, sportivo, del benessere ecc.), è riuscita meglio di qualunque altra a soddisfare il desiderio espresso dal turista post-moderno di venire a contatto diretto con il territorio, in quanto, per propria natura, risulta una tipologia di turismo locale, voluta e gestita dagli abitanti di un paese per generare incontro e condivisione tra due mondi lontani e differenti come quello urbano e quello rurale. Il turismo rurale, secondo Lane (1994), è definibile “locale” in base a ben cinque livelli, in quanto esso è:
Analizzando l'insieme delle attività, delle finalità e dei soggetti compresi nell'insieme generato dal suddetto elenco, è elementare comprendere che è proprio da questo che il turismo rurale trae la sua forza, distinguendosi da quello di massa per la sua capacità di soddisfare la richiesta di “emozioni vere e genuine” avanzata dal consumatore post-moderno che, come accennato nel paragrafo precedente, vive in una condizione di costante stress fisico e psicologico, derivante dai ritmi sfrenati imposti dalla società moderna e dall'urbanizzazione, dall'uso eccessivo della tecnologia e da una globalizzazione che sempre più influenza comportamenti e stili di vita. La suddetta tesi è stata presa in esame da Bauckneht (2018) il quale sostiene che il consumatore del nuovo secolo è costantemente impegnato nell’affannosa ricerca di una nuova arcadia e che, tale arcadia, risulta reperibile unicamente nella semplicità dell'agricoltura, in quanto solo quest'ultima, in perfetta simbiosi con la genuinità della tradizione rurale, è in grado di offrire al cittadino la risposta che egli ricerca concitatamente: quanto più la città è fonte di apprensione (disoccupazione, instabilità ecc.), tanto più la campagna rassicura, più il presente tende ad essere aggressivo, tanto più il passato appare dolce, quanto più si è disorientati, tanto più si godrà della compagnia di persone “genuine”(Grolleau, 1993).
Partendo dalle affermazioni sopra riportate, risulta opportuno esaminare la definizione di turismo rurale fornita da Trevisan e Mauracher (2006), le quali prendono in considerazione, oltre al significato di “rurale”, le motivazioni che spingono il turista ad usufruire dei servizi offerti da questa tipologia di turismo. Le due ricercatrici, nello specifico, si esprimono affermando quanto segue:
“il “rurale” è quella forma di turismo avente come destinazione delle località fortemente caratterizzate, nella storia e nel paesaggio, dall'attività agricola, e in cui la motivazione principale è il godere della natura intesa come ambiente in cui rilassarsi e praticare attività attinenti alle tradizioni locali (come l'enogastronomia e le attività culturali finalizzate alla scoperta della vita contadina)”.
Partendo dalla definizione sopra citata e dai fenomeni analizzati fino a questo momento, siamo ora in grado di decretare i tre elementi principali che spingono il turista a ricercare attività attinenti al turismo rurale e che contraddistinguono questo ambito all'interno del macro segmento dell'ecoturismo. I tre elementi in questione sono (Artale, 2016):